Questo pomeriggio sono stata raggiunta dalla telefonata del signor Kawano.
Una telefonata a sorpresa, era da tempo che avevo finito il ciclo di logoterapia con sua moglie, una signora giapponese di una dolcezza incredibile.
L'uomo mi ha avvertita che la povera Miwako è volata in Cielo ieri sera, e dicendomelo gli tremava la voce.
Io ho provato un tuffo al cuore: quante volte saro' passata sotto le sue finestre ripromettendomi di passarla a trovare?
Un'infinità.
Aveva una malattia degenerativa al midollo spinale, di quelli che non lasciano scampo.
Lei era di una delicatezza incredibile, che mascherava la sua fierezza tutta nipponica.
Ricordo che quando entrai per la prima volta nella sua stanza esordii dicendole "konichiwa Kawano san" (salve signora Kawano) e lei si sorprese al punto che inizio' a parlarmi giapponese con quella vocina acuta che la caratterizzava.
Alla mia faccia e al mio "nieee nieee! gommenasai, wakarimasen!!!" (no, no...scusi, non capisco!) lei rise portando la mano alla bocca come avevo visto fare alle donne giapponesi nei documentari...era come essere davanti a una specie di mito!
Lei mi prestò la sua raccolta di manga di DORAEMON in lingua originale, un tesoro prezioso per qualunque mangofilo della mia età cresciuto a pane e cartoni animati.
Insistette perchè me li portai acasa e me li sfogliassi con tutta calma.
Li ho trattati con una cura maniacale, per poi restituirglieli in perfetto stato 36 ore dopo.
Era nata una vera amicizia, tra noi.
Finii con lei nello stesso periodo in cui avvenne quel terribile tsunami che ha reso il Fukushima così tristemente celebre agli occhi del mondo.
Lei era preoccupata per i parenti.
L'estate che seguì fu allietata da una sua telefonata insieme al marito, per augurarmi buon compleanno.
Ed ora è lì, in jukata, distesa e composta nella sua bara, in una stanza raggelata dall'aria condizionata tenuta a palla.
Tra le mani, un rosario ligneo e una rosellina rossa.
Vicino al viso, un finto biglietto aereo e un finto pasaporto: lei, mi ha raccontato la figlia, sabato scorso, voleva andare a Fiumicino per vedere gli aerei.
Rosso il fiore tra le mani, rosso scuso lo smalto sulle unghie a mandorla e rosso fuoco anche il laccio per tener ferma la mascella.
Ai piedi, i classici zoccoli coi calzini che su usano dalle sue parti, ed i piedi uniti da un elastico.
Sembra una bambola nella confezione: è davvero di una bellezza sconvolgente.
Il viso è sereno, come se dormisse.
Accanto alla bara, un piccolo schermo mostra in sequenza momenti della vita in famiglia quando lei stava bene.
Un dolore acuto e composto aleggia per le mura di quella casa, per quella Morte seppur attesa.
Povera Miwakosan.
Domani arriverà la sorella dal Giappone, per partecipare ai funerali che si svolgeranno giovedi mattina (Miwako era cristiana) presso la parrocchia del nostro quartiere, poi la salma verrà cremata per poi partire per il Giappone per essere tumulata nella tomba della famiglia d'origine.
Il marito mi ha invitata a partecipare al funerale: ci sarò di certo.
Miwako l'ho frequentata per un paio di mesi (se non rammento male furono ottobre- novembre e novembre-dicembre del 2010) ma lei mi è rimasta nel cuore, ed ora so che la cosa è reciproca: anche il marito ed i due figli mi hanno accolta e ricordano con affetto e simpatia.
Sen'è andata una creatura speciale.
Lei mi prestò la sua raccolta di manga di DORAEMON in lingua originale, un tesoro prezioso per qualunque mangofilo della mia età cresciuto a pane e cartoni animati.
Insistette perchè me li portai acasa e me li sfogliassi con tutta calma.
Li ho trattati con una cura maniacale, per poi restituirglieli in perfetto stato 36 ore dopo.
Era nata una vera amicizia, tra noi.
Finii con lei nello stesso periodo in cui avvenne quel terribile tsunami che ha reso il Fukushima così tristemente celebre agli occhi del mondo.
Lei era preoccupata per i parenti.
L'estate che seguì fu allietata da una sua telefonata insieme al marito, per augurarmi buon compleanno.
Ed ora è lì, in jukata, distesa e composta nella sua bara, in una stanza raggelata dall'aria condizionata tenuta a palla.
Tra le mani, un rosario ligneo e una rosellina rossa.
Vicino al viso, un finto biglietto aereo e un finto pasaporto: lei, mi ha raccontato la figlia, sabato scorso, voleva andare a Fiumicino per vedere gli aerei.
Rosso il fiore tra le mani, rosso scuso lo smalto sulle unghie a mandorla e rosso fuoco anche il laccio per tener ferma la mascella.
Ai piedi, i classici zoccoli coi calzini che su usano dalle sue parti, ed i piedi uniti da un elastico.
Sembra una bambola nella confezione: è davvero di una bellezza sconvolgente.
Il viso è sereno, come se dormisse.
Accanto alla bara, un piccolo schermo mostra in sequenza momenti della vita in famiglia quando lei stava bene.
Un dolore acuto e composto aleggia per le mura di quella casa, per quella Morte seppur attesa.
Povera Miwakosan.
Domani arriverà la sorella dal Giappone, per partecipare ai funerali che si svolgeranno giovedi mattina (Miwako era cristiana) presso la parrocchia del nostro quartiere, poi la salma verrà cremata per poi partire per il Giappone per essere tumulata nella tomba della famiglia d'origine.
Il marito mi ha invitata a partecipare al funerale: ci sarò di certo.
Miwako l'ho frequentata per un paio di mesi (se non rammento male furono ottobre- novembre e novembre-dicembre del 2010) ma lei mi è rimasta nel cuore, ed ora so che la cosa è reciproca: anche il marito ed i due figli mi hanno accolta e ricordano con affetto e simpatia.
Sen'è andata una creatura speciale.