cioè..

Glitter Words

mercoledì 22 febbraio 2012

lasciami entrare

Ieri sera mi sono imbattuta in un canale di questi nuovi... e ho riconosciuto immediatamente un film che avevo visto tempo fa' al cinema, ma del quale avevo completamente rimosso la memoria.
Tanta, tanta neve.... un bambino biondo (Oskar) che gioca con un cubo di Rubik seduto su una struttura metallica, come per perdere tempo, stare un po' coi suoi mesti pensieri.

Al suo fianco, una strana bambina dall'aria un po' distaccata.
I due si attraggono come solo due dodicenni possono fare, e la storia inizia a prendere delle pieghe sconcertanti, oscure, tristi, maledettamente reali e surreali.



La bambina, Ely, si rivela essere una vampira dal destino triste: predatrice suo malgrado, condannata a quell'aspetto di immatura per sempre.

Affascinante, ma non abbastanza da far cadere lo spettatore nel malizioso.
Oskar sembra faticare un po' ad accettare la natura della sua unica amica, ma alla fine tra i due nasce un'alleanza unica e speciale, sulla base di una solidarieta' che va oltre ogni cosa.
Oskar e' un bambino dolce, vessato dai compagni di scuola che lo riempiono di botte e di cattiverie gratuite.
Lui non reagisce, incassa, e a casa non racconta nulla: la madre non sembra notare che il figlio sta passando un periodo difficile e quindi lui e' solo con il suo dolore, con le sue tristezze.
Ely e' un'altra sofferente a causa della sua realta'.
La storia li vede intrecciarsi sempre di piu', creando un legame che va olrtre il patto di sangue.
La predatrice e il suo unico amico.
Il film finisce con una decisione fondamentale che solo Oskar, da solo, poteva prendere.
Una decisione che segnera' la vita di entrambi per sempre.

Ora mi e' venuta una gran voglia di leggerne il libro: chissa' se si trova ancora, in giro?


venerdì 17 febbraio 2012

prima lezione di autodifesa femminile

Internet ancora non va, in casa, ma ieri e' successo qualcosa di talmente particolare che sono venuta qui' in un internet point per postare.
All'inizio del mese, sono andata al Comune per informarmi su alcune iniziative interessanti, e mi sono segnata ad un corso gratuito di autodifesa femminile che si sarebbe svolto presso la palestra di un liceo poco lontano da casa mia.
Ieri, prima lezione: difendersi da un'aggressione frontale.

Purtroppo un volta li' ho scoperto di non essere compresa nella lista delle effettive partecipanti, e il SENSEI mi ha spiegato che avrei dovuto attendere la telefonata a casa.
Nulla di male: sono rimasta a guardare ed osservare con vivo interesse e partecipazione (mentale) allo svolgimento della lezione, che mi ha aperto un mondo.

Ero intusiasta: schiva, blocca e colpisci (nel contempo) e poi scappa... quale braccio usare, che movimenti fare, come mettere baricentro, gambe e piedi.
Le future compagne eseguivano, io studiavo.
E poi l'allenamento alla fuga: come evitare gli ostacoli (e la gente) mentre si corre come un razzo a caccia di un rifugio: mica possiamo travolgere il mondo o finire contro un palo.....

E stamani.... e' arrivata l'agognata telefonata: giovedi' prossimo potro' provare tutto anche con le compagne!!
Voglio allenarmi davanti allo specchio.