La nostra isola che non c'e' e' stata distrutta dalla sua stessa natura, dilaniata dallo stesso mare che i suoi abitanti per anni hanno saccheggiato nonostante i divieti (mi riferisco alle baleniere, se non avete capito).
Sembra una ribellione del Continente Liquido ma qui' non c'e' molto da far poesia.

Quello che ci si profila davanti a noi tutti e' una vera e propria tragedia umana, che peggiora di ora in ora e che sembra davvero non voler finire tanto presto.
Prima il terremoto, il piu' forte mai registrato in quelle zone, lo tsunami che ha inesorabilemnte spazzato via vite e case, animali e cose, pensieri e discorsi, idee e fantasie.
Famiglie intere.
Quartieri interi.
Non riesco a non pensare a cosa possono aver passato coloro che si sono visti arrivare addosso l'onda di 10 mt dall'interno di un treno.
Ho negli occhi l'immagine di quell'uomo attempato, vestito in modo tradizionale,arrampicato sul tetto della sua casa mentre tutto attorno il mare si mangia il suo mondo.
L'Italia si offre di aiutare a parole, ma cosa si puo' fare per consolare quelle mamme, quelle nonne,quei papa' che cercano tra le macerie e il fango una foto sporca della loro vita che fino a poche ore prima riempivano le loro anime di calore?
Sono sgomenta.
E non riesco ad evitare anche di pensare a chi si e' invece salvato... a cosa e' sparito...a cosa e' rimasto (come quella nave sul tetto di un palazzo semidistrutto, roba da apocalisse).. cosa e' andato irrimediabilmente perduto.
E c'e' ancora il pericolo nucleare da affrontare, un pericolo sempre piu' concreto ed inesorabilmente vicino.
Piove sempre sul bagnato.
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